martedì 9 aprile 2013

Who is the person behind the photos?


It’s the same person who is inside the photos. I’ve alyways been thinking that we are exactly our photos. My pictures are simply a part of me, just that part that I want to show you. All the rest it’s you as an observer, you with your story, you with your touchiness.


How did you discover photography and what makes you keep on doing it?
I was discovered by photography. I was not searching for, it just happened some years ago, completely unexpected. No dazzling love in my teens, I’ve just come to it through a visual route that made me try to create something mine.
Every work is a constant soul searching to me and makes my study a long way to go, to try, looking for a deep knowledge of my limits.


Which artist would you like to work with?
Mister G.
Or rather Gilbert Garcin.
He’s an old man who tells his magic philosophical stories inside some little boxes.
A diary that I keep with love.


Is there anything you want to express with your works?
I use photography to tell about me.



Any upcoming projects or ideas?
I realize there is a recurring aspect in my pictures that turns round identity.
Not mine, but not even the one of who is inside the picture. And not even the one of the observer.
Trying to find a belonging and at the same time a distinction of her or of me inside a picture, a situation and a feeling that we live that moment, that place. This is the guiding principle of all my future projects.
Tell us two bad habbits you would like not have 
Eating too fast and getting angry too often.
What do you expect from your photographic future?
To become a possibility.



Thanks to Luca Bortolato 

martedì 2 aprile 2013

April is Valeria Vacca


Ogni presentazione dovrebbe iniziare con il proprio nome ed è così che inizierò anche la mia.
Probabilmente se fossimo sedute a parlare di persona non l'avrei nemmeno detto, quando la logorrea prende il sopravvento il nome è l'ultima delle cose a cui pensare, ma sono seduta davanti ad uno schermo e ho il privilegio di poter correggere le “conversazioni sbagliate”, quindi inizierò così:
“Mi chiamo Valeria e non so ancora bene cosa sono”.

Every presentation should start with your name and that's how I'll start mine too. Probably if we were sitting talking face to face I would not have said that, when the logorrhea takes over, the name is the last thing to think about, but I am sitting in front of a screen and I have the privilege to correct "wrong conversations", so I'll start like this:
"My name is Valeria and I don't know yet who I am."



Sono nata e cresciuta in un piccolo paese che mi piace chiamare “Heidilandia”, in Molise; qui mi son sempre sentita una piccola Heidi, sin da bambina, circondata da piccole cose, verde, mille gatti, affetto e semplicità.
Il problema è che non ho mai amato la semplicità; non ho mai voluto fare l'astronauta né la parrucchiera, non ho mai desiderato essere una principessa né Sailor Moon, non ho mai desiderato andare bene a scuola né fare l'insegnante.

 I was born and raised in a small town I like to call "Heidiland" in Molise; here I always felt a little Heidi, since I was a child, surrounded by small things,green, a hundred cats, love and simplicity.
The problem is that I never loved simplicity, I never wanted to be an astronaut or a hairdresser, I never wanted to be a princess or Sailor Moon, I never wanted to do well at school or to be a teacher.

Ho sempre sognato di disegnare, di diventare una stilista famosa e di avere i capelli come Jem, di “Jem e le Holograms”; la fotografia non l'ho incontrata prima dei 20anni.
Le immagini mi hanno sempre affascinata, ho sempre guardato centinaia di film e serie televisive all'anno, ho sempre osservato curiosamente le fotografie altrui ma non ho mai pensato di vedermi dietro ad un obiettivo, mai.
Il perché io abbia iniziato, a dir la verità, non mi è ancora del tutto chiaro.
Mi piace credere che sia tutto merito di una vecchia polaroid di mio padre e della mia grande passione per il cinema, temo però abbia influito parecchio anche lo strano rapporto che ho con le parole e alcune delle mie ansie/fobie.


 I always wanted to draw, to become a famous fashion designer and have my hair like Jem of " Jem & the Holograms"; I haven't met photography until the age of 20.
The images have always fascinated me, I always watched hundreds of movies and tv series a year, always looked curiously photographs of others, but I never thought to see me behind a goal, ever.
Why I have started, on the square, I have not  yet fully understood.
I like to believe that the value  is of an old Polaroid of my father and my great passion for cinema, but I fear that has affected even the very strange relationship that I have with  words and some of my anxieties/ phobias.



Sono una persona terribilmente complessa,
non sono molto brava ad esprimermi perché odio espormi, se non con pochissime persone.
 La fotografia è un ottimo compromesso.
Sono io, ma non tutti possono vedermi.

I am terribly complex, I am not very good  to express myself because I hate to expose meexcept by very few people.
 Photography is a good compromise. 
It's me, but not everyone can see me.

Dopo il primo approccio da autodidatta e dopo aver coltivato il rapporto con quest'arte per un paio d'anni, ho scelto di buttarmi tutto alle spalle e dedicarmi solamente ad esso iscrivendomi ad una scuola di fotografia che, sfortunatamente, mi ha buttato in una sorta di limbo.
Il mio essere “stramba” e goffa ha rallentato moltissimo il “percorso creativo” e mi ha spinto ad iniziare un enorme progetto su me stessa, da qui la mia infinita serie di autoritratti, dove tendo sempre a trasformarmi in personaggi inventati, nati dalla fusione delle mie fantasie con il mondo del cinema e della musica.
Adesso sto cercando di proiettare queste fantasie anche su altri soggetti.


After the first autodidactic approach and after cultivating  the relationship with this art for a couple of years, I decided to throw everything behind and dedicate myself to it only by enrolling in a photography school that, unfortunately, I was thrown into a limbo.
My being "odd" clunky and slowed down very much "creative" and prompted me to start a huge project about myself, hence my endless series of self portraits, where I tend to turn into fictional characters, resulting from a merger of my fantasies with the world of film and music.
Now I'm trying to project these fantasies on other subjects.


Spesso mi viene chiesto quale genere fotografico prediligo, perché utilizzo quasi unicamente il bianco e nero e come scelgo i miei soggetti.
La risposta  è che io non scelgo, è una cosa automatica che viene studiata solo ed unicamente quando si tratta di lavoro o progetti scolastici.
Adoro le persone e visualizzo le immagini  direttamente in bianco e nero nella mia testa, non è una vera scelta stilistica ma un semplice assecondare la mia “naturalezza fotografica”, se così si può definire.


Often someone asks me what is my favorite photographic genrewhy I use almost exclusively black and white and how I choose my subjects.
The answer is that I don't choose,  it's something that comes automatically and it is planned only when it's related to work and school projects.
I love people and I immediately visualize images in black and white in my head, is not really a stylistic choice, but I just go along with my "natural photography", if it can be defined in this way.

Sono Valeria e non so ancora bene cosa sono.
Amo i gatti, amo la fotografia, sono una piccola nerd e odio la semplicità;
spero di conservare tutto l'affetto di Heidilandia, di trasformare la fotografia in un lavoro e di riuscire a trasferirmi a Berlino.

I am Valeria and I don't know who I am.
I love cats,  photography, I'm a little nerd and I hate simplicity;
I hope to keep all the love of Heidilandiaturn photography into a job and to move to Berlin.


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