venerdì 4 novembre 2011

e n y o u


Ho scoperto la fotografia fin troppo tardi. Ho sempre amato l'arte, ho sempre disegnato, ma ero troppo concentrata sul cercare di capire cosa volevo fare per rendermi conto che la risposta ce l’avevo in borsa, nella piccola compattina analogica che mi ha accompagnato per buona parte della mia adolescenza.


Non so perché, ma non ho mai dato abbastanza spazio alla fotografia; era una cosa secondaria, divertente, certo, ma finiva qui. Poi l’anno scorso ho iniziato a scattare “seriamente”, entusiasmata dall’acquisto della mia prima reflex, e non ho smesso.


Ho sempre avuto “paura”, se così si può definire, del tempo che passa, e della mia pessima memoria. Per questo motivo per qualcosa come 10 anni ho riempito pagine e pagine di parole, pensieri. E poi a un certo punto ho smesso, e ho cominciato a fotografare. Ciò che mi interessa raccontare nei miei scatti è la dimensione umana, che sia essa banalmente rappresentata da un volto o che sia solamente suggerita da oggetti, giochi di luce, o da una sensazione di assenza, non importa.





Mi hanno sempre detto che nel fare arte si tende inevitabilmente a ritrarre sé stessi, e anche se per ora non ho la pretesa di fare arte, questo è proprio quello che tento di fare: rappresentare me stessa non solo attraverso autoritratti, ma anche attraverso le nature morte e i ritratti delle persone che mi circondano e che mi sono care.



Prediligo l’analogico, e in particolare la fotografia istantanea, probabilmente solo per una questione romantica, per il 
fascino di imprimere le immagini su pellicola piuttosto che su un sensore. In particolare amo come, specie per la fotografia istantanea, le foto sembrino catturare materialmente l’atmosfera in cui le si scatta. E’ meraviglioso perchè mi aiuta a trasporre in foto la mia personale visione della realtà, che spesso ha poco a che fare con la realtà effettiva.



Potete trovarla qui: Blog - Flickr - Facebook page - Tumblr - PhotoVogue

martedì 4 ottobre 2011

Paris vs New York by Vahram Muratyan

Parigi o New York? Questo è il dilemma! Potrebbero sintetizzarsi così le illustrazioni di Vahram Muratyan che mette a confronto le due metropoli. Con l'aumentare delle illustrazioni, si è pensato bene di raccoglierle in un blog che successivamente è diventato anche un libro.
Di seguito le immagini più carine e rappresentative, a mio avviso.

















sabato 1 ottobre 2011

_ankor


Mi chiamo Massimo Ankor, sono nato a Torino e ho vissuto tutta l'adolescenza nella periferia collinare nei pressi di Moncalieri; per non metterla troppo sul patetico posso dire che per me semplicemente si ricominciava a vivere quando il mio treno lentamente si avvicinava alla stazione Porta Nuova. 


E così la profonda solitudine vissuta in quegli splendidi anni liceali mi ha portato ad avere un'insana attrazione\ammirazione per tutto quello che ha che fare con il centro urbano, la vitalità giovanile e il movimento universitario tanto eterogeno quanto non conforme a semplici catalogazioni. La maggior parte dei miei lavori hanno come soggetti ragazzi giovani e persone della mia generazione. 

La mia svolta è stata venire a vivere a Torino, prima nel quartiere operaio di Mirafiori ed ora a poche miglia da Piazza Castello, location primaria della maggior parte dei miei scatti.Le mie foto mi permettono di capire me stesso e l'ambiente a cui appartengo. 
Non amo essere immerso a livello fotografico in realtà che non sento mie.
In una parola il mio plugin fondamentale è l'empatia.



Con ogni mezzo necessario ho sempre cercato di promuovere e aiutare sia l'associazione queer universitaria La Jungla che quella raver del gruppo La Goccia.Senza la profonda amicizia che mi lega ai membri di queste due associazioni torinesi gran parte dei progetti da me eseguiti non esisterebbero. Ma la mia attività fotografica non è solo volontariato, è davvero una profonda passione che si prende tutto me stesso, anche il caffè.


Quando scendo in piazza con la reflex al collo, camminando a passi voloci per le vie di Torino che conosco meglio delle stanze di casa mia, mi sento completamente in pace, 'hand in glove, the sun shines out of our behinds' come cantavano gli Smiths.



Io sono davvero le persone che fotografo, fino all'altro ieri ero nella stessa barricata, stavo anch'io con gli striscioni stretti in pugno 

o a pochi metri dalle casse di techno muzik di un rave improvvisato in periferia o a festeggiare con alcuni amici la fine del liceo in feste piene di birra e felicità...



 La mia unica policy è mostrare con sincerità quello che gli eventi sono e sarebbe per me un gesto imperdonabile fornire un'immagine preconfezionata per i soliti pistolotti sul degrado delle giovani generazioni...
Amen.

Potete seguirlo qui: Flickr - Cargocollective - Tumblr